Quante volte, a partire dal periodo dell’infanzia, hai sentito ripetere questa frase?
Per qualcuno si tratta dell’incipit della gabbia della perfezione. Si comincia a interiorizzare da piccoli e in modo del tutto naturale e inconsapevole ci si è già infilati in un circolo vizioso che impone di fare tutto in modo perfetto.
L’asticella è talmente alta che non ci si può concedere il permesso di fare i conti con i propri limiti, come ad esempio la stanchezza o il fatto quell’attività non ci piaccia, perchè esiste un obiettivo meccanico più importante, il DEVI FARLO PER BENE!
Questa trappola insidiosa purtroppo si può presentare quotidianamente in ogni ambito della tua vita.
Quando a lavoro ti chiedono una mano su un’attività che non è nelle tue corde, oppure quando ti danno una nuova attività, quando devi risistemare casa o preparare la cena assolutamente prima che il tuo partner rientri, quando un amico ti chiede un favore per il quale devi stravolgere i tuoi piani e perdere del tempo che potresti impiegare per te, quando essere genitore ti pone difronte a una situazione che prima di quel momento non avevi mai pensato ti potesse capitare e non sai da dove iniziare, o addirittura con i tuoi genitori quando non riesci a fare qualcosa che non sia regolarmente approvato da loro, ti potrebbe succedere di entrare nel loop del “devi farlo per bene” e senza nemmeno chiederti che senso abbia farlo per bene sei già partito per l’autostrada della perfezione, quella in cui non sono ammessi errori e non è ammesso fallire.
Non diresti mai che non sei capace o che non hai voglia di farlo perchè suonerebbe come a una resa o un’ammissione di colpa, la colpa di essere “umano”.
E’ proprio in quel momento che hai salutato il tuo lato umano, quello che per sua natura ti rende un essere imperfetto che deve fare i conti con i suoi limiti e accettarli. Le persone che lasciano spazio al lato umano si regalano il permesso di sentire la stanchezza senza giudicarla, ammettono di non saper fare tutto, di non sapere qualunque cosa e vivono la tua vita come un cammino attraverso milioni di esperienze, ognuna delle quali lascia qualcosa.
Affrontare la vita con leggerezza, una caratteristica che tante volte sappiamo cogliere negli altri e non ritroviamo in noi stessi, è una scelta ben precisa; si scelgono i propri standard, si sceglie dove fissare l’asticella delle performance e ogni tanto si sceglie di ridere dei propri limiti.
Tendere alla perfezione in tutto finisce a bloccare il fluire naturale delle cose, quello in cui ti muovi nel mondo selezionando ciò che ti da piacere.
Se ti soffermi a pensare alla routine in cui ti senti intrappolato scoprirai che non sei appesantito dalle cose che ti piacciono, anche se vuoi farle a tutti i costi alla perfezione, ma lo sei da quelle che non ami, che non ti rispecchiano e non ti arricchiscono, e che comunque VUOI fare alla perfezione.
Essere intrappolato nella gabbia della perfezione è molto diverso dal volerti migliorare e lavorare sulle tue “mancanze”, è un’attività che ti risucchia ogni energia, ti blocca in una zona in cui non rischi più di sbagliare e di conseguenza di crescere e migliorarti.
Il perfezionismo è la strada madre per allontanare e allontanarti dal mondo.
Molto spesso le persone iniziano un percorso di psicoterapia pensando di avere un problema relazionale, una difficoltà in coppia oppure un problema legato al contesto in cui lavorano e scoprono poi di essere stati inconsapevolmente risucchiati nella gabbia della perfezione che ha finito per condizionare la qualità della loro vita.
Dunque se queste parole ti hanno raccontato un pezzettino della tua vita forse per te è arrivato il momento di congedare la persona che ti ha insegnato il DEVI FARLO PER BENE e iniziare a fare spazio a te stesso.
Qualunque sia il contesto di riferimento le persone non ti stimano, apprezzano o amano per quello che fai ma per quello che sei, quindi goditi la libertà di essere te stesso.
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