“Sento una rabbia terribile, non me lo spiegare, non è giusto!“.
Questo mi raccontano i partner delle coppie a cui viene attribuita una diagnosi di infertilità quando decidono di iniziare un percorso di psicoterapia.
Il numero di coppie che nel tentativo di realizzare il desiderio di creare una famiglia si ritrova in questa situazione è sempre crescente. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità l’infertilità colpisce circa il 15% delle coppie con una ripartizione praticamente equa fra donne e uomini. Un numero altissimo.
Quando queste persone arrivano a chiedere aiuto normalmente sono già in una fase avanzata del trattamento, una fase in cui hanno dovuto affrontare il difficile momento della diagnosi, il momento dell’informazione sulle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e l’inizio del trattamento di PMA.
Tutto questo passa attraverso momenti di solitudine, vergogna, sfiducia, stress e rabbia che conducono la coppia gradualmente alla sospensione della comunicazione.
Con il tempo i partner si isolano e rimangono soli con la loro sofferenza. Già, perchè durante i trattamenti di procreazione medicalmente assistita la coppia sperimenta sentimenti di solitudine che si alternano a momenti di fortissima speranza che il percorso si concluda con successo, insieme a momenti in cui si affaccia la paura che il percorso non vada a buon fine.
Tutto si ferma, la vita va in stand by, è come se si entrasse in un lasso temporale parallelo in cui non esiste niente oltre al “problema da risolvere”.
E in questo lasso temporale finisce anche la coppia che piano piano, giorno dopo giorno, interrompe la comunicazione e la condivisione.
Il proprio dolore sembra diverso dal dolore del partner e ci si sente sempre più isolati, incompresi, fino ad arrivare in alcuni casi al gioco delle “colpe” (è colpa tua se siamo in questa situazione, non hai fatto abbastanza, non hai la giusta motivazione, non hai un atteggiamento positivo).
E’ inevitabile che scatti il paragone con gli altri, con le persone che rappresentano tutto quello che la coppia in questione non riesce a ottenere, andando ad alimentare e rinforzare sempre di più la rabbia.
E non è raro che la situazione finisca per condizionarne la loro intera esistenza, la vita di coppia, le relazioni amicali, fino al punto di mettere in discussione la relazione.
Un vero e proprio turbinio emotivo in cui sembra sempre più difficile esternare la sofferenza, in cui i partner devono proteggersi dal mondo esterno che non ha la sensibilità per comprendere quello che la coppia sta attraversando in quel momento. Ci si vergogna spesso.
Ormai è noto quanto gli aspetti psicologici possano influire sulla nostra vita e sicuramente lo stress ha una fortissima correlazione con il tema della fertilità.
In un quadro di questo genere, per sopravvivere alla bufera, è fondamentale che la coppia riesca a ritrovare un contatto, la possibilità di appoggiarsi al partner e di sostenerlo, anche nei momenti faticosi che caratterizzano il percorso.
Non basta comunicare, bisogna imparare ad accogliere il dolore del partner e condividere il proprio, senza giudicare o avere paura di essere giudicati.
L’efficacia di un percorso di psicoterapia per la coppia che si trova in questa situazione di impasse emotivo, o si trova a doversi confrontare improvvisamente con questo tema, risiede nella possibilità di imparare a valorizzazione la comunicazione all’altro dei propri stati emotivi. E’ vero che i due partner si trovano nella stessa situazione, ma non è vero che hanno lo stesso sentire emotivo. Ognuno soffre a modo suo e nel modo in cui riesce ad esprimerlo.
In terapia i due partner, grazie al supporto di uno specialista, imparano a coltivare comunicazione e ascolto reciproco, ricevono un aiuto a esprimere il proprio dolore all’altro, riscoprono gli elementi di forza che hanno contribuito a rendere efficace il loro rapporto e co-costruiscono uno spazio in cui mettere al sicuro la loro relazione.
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